Mio figlio gioca nella sua stanza e mia madre sta bevendo un caffè, da sola. Non era mai successo prima. Prima c’erano sempre gli strilli e le domande.
Ogni giorno aspettavamo il miracolo , ed e’ successo
I genitori che hanno vissuto cio’ che abbiamo vissuto noi sanno esattamente cosa significa poter stare seduti sul divano di domenica e vedere un film alle 5 di pomeriggio e quando il vostro figlio sta accanto a voi e quando potete stare tutti insieme come famiglia. Anche se si tratta di soli 5 minuti e se non e’successo mai prima, nonostante tutto vuol dire tanto.
Mi ricordo quando Daniele stava in un angolo e voleva soltanto uscire fuori e lei ha detto:“ Ne sapete qualcosa ? Ne ha sentito mai parlare?“ Io ho detto:“No.“ „Penso che il vostro figlio sia autistico.“
Ancora mi ricordo di quella sensazione di calore, quando vi copre l’ondata di caldo e sentite di stare sotto una doccia bollente e pensate: no. Non è autistico.
Come se qualcuno avesse scambiato il bambino. C’erano dei problemi con il sonno, correva costantemente, era difficile e poi eravamo arrivati ad un punto che non potevamo uscire di casa. Non potevamo metterlo seduto nel seggiolino neanche a lasciarlo camminare per strada. Tutto ciò che voleva era di stare tra le mie braccia, di rimanere a casa, di abbracciarmi forte e nient’altro.
Danijel era diventato molto attivo, correva in continuazione. Era strano che non rispondeva alle domande. Io non lo trovavo strano perche pensavo fosse normale. Ma mia madre ed i parenti dicevano: „ Perchè non parla in maniera fluente e perchè non cerca di comunicare con noi?“ Avevo paura di invitare ospiti a casa, perchè mio figlio andava in giro nudo. Avevo paura di andare al negozio perchè mio figlio strillava. Ero chiaramente sempre stanca perchè per un anno e mezzo dormivo tre ore e mezzo nell’arco di 24 ore.
Daniel era ossesionato con Tomas. Poteva giocare per ore con questo e non aveva alcun interesse per altri giocattoli. Se volevate, potevate portarlo in un qualsiasi negozio di giocattoli e dirglli: ". Daniel guarda e scegli il giocattolo che vuoi" Andava subito a prendere lo stesso giocattolo, sarebbe andato sempre agli stessi scaffali e avrebbe preso sempre lo stesso giocattolo.
In tutta la casa si trovavano i giocattoli Tomas.
Il suo quarto compleanno ha passato per le scale, mentre i suoi amici giocavano nella stanza perché non riusciva a far fronte a questo. Non poteva far fronte a tutto il rumore. Questo era troppo per lui. Lui non voleva giocare con gli altri bambini, preferiva sempre giocare da solo. Se andavamo al campo dove giocavano bambini, lui andava subito in un angolo per giocare da solo. Non ha mai voluto socializzare. Era difficile soprattutto quando le ragazze strillavano e giocavano, lui copriva le orecchie, non riusciva a far fronte a questo, era troppo per lui. Spesso dovevo riportarlo a casa. E 'stato difficile portarlo da uno specialista in suo studio. Voleva subito tornare a casa e basta, finiva tutto qui. Egli non sopportava molti luoghi diversi. Doveva essere così, o come vuole lui o in nessun altro modo. Così ho cominciato a passare sempre più tempo a casa.
Subito dopo aver mangiato il cibo, il suo pannolino era pieno, aveva sempre una carenza d'acqua. Non digeriva il cibo. Non appena mangiava, il suo pannolino era pieno.
Quando aveva due anni stavamo tornando dalla mia città natale e mio figlio ha perso sensi al momento di atterraggio. Da quel giorno cominciarono le crisi epilettiche, due, tre, quattro volte al giorno. Il vomito, il cibo non digerito, era un manicomio, avevamo paura di dormire anche tre ore, quando lui dormiva, perché capitava spesso che quando mi alzo anche molto presto la mattina, di trovarlo che aveva vomitato tutto quello che ha mangiato prima di coricarsi.
Ho pensato, ma cosa potrebbe essere peggio del vivere in questo modo? Sa, noi non ci godevamo la vita. Il nostro figlio viveva come un prigioniero, sempre piangendo, lui era sempre in ansia, gonfio, pallido. Ho visto che non si godeva la vita. La mia responsabilità come madre era di fare qualcosa perche’ mio figlio possa star bene. Non mi sono mai permessa di pensare di non poter fare nulla per aiutarlo se non di giocare con lui e di comunicare con lui, fare del mio meglio.
Così, ho letto molto su cellule staminali, ho parlato con mio marito, questa era una cosa tra me e mio marito – la decisione. Abbiamo scoperto che ci sono due tipi, questo e quello, ma non nel Regno Unito, ma negli Stati Uniti ed in altri paesi.
Era venuto l’autista per darci un passaggio alla clinica e sono rimasta scioccata dal benvenuto, di come siamo stati accolti in clinica. Il personale era fantastico, mio figlio era così amato e davvero si sentiva bene. Chiaramente, per alcuni giorni hanno fatto le analisi del sangue e abbiamo fatto consultazioni, hanno controllato la sua salute. C'era un sacco di medici che ha verificato come sta Daniel, se tutto andava bene e volevano vedere come lui stava affrontando tutto questo. Mi hanno mostrato la camera, mi hanno mostrato tutto, tutta la clinica. Pochi giorni dopo ha cominciato il trattamento con le cellule staminali, ci hanno seguito dopo la cura, dopo il trattamento, parlavano con me, mo confortavano, si siedevano con me e dicevano: "Mamma, va tutto bene." Poi siamo tornati nella casa in cui vivevamo. Siamo tornati a casa e abbiamo aspettato ogni giorno per un miracolo. Ed è successo.
Mio figlio gioca nella sua stanza e mia madre sta bevendo un caffè, da sola. Non era mai successo prima. Prima c’erano sempre gli strilli e le domande.
La prima cosa che abbiamo notato era la pancia piatta, non era più gonfia, non correva più giù per le scale in cucina, non si aggrappava alle maniche e non cercava piu’di mangiare ancora e di piu’. Cominciava a lasciare cibo nel piatto. «Non hai mangiato tutto il cibo, l’hai lasciato sul piatto. E prima che mi chiedevi più cibo e andavi da solo a prenderne ancora. "Ho già mangiato tutto il cibo e persino il cioccolato e non c'era nessuna reazione. Prima già era diventato arrabbiato.
Per tre anni, la prima volta che siamo andati in un ristorante. Ho fatto le foto e ho creato le immagini su Facebook e tutti i miei amici, parenti e conoscenti mi hanno chiesto se questo era vero. La cameriera ha portato i colori e lui ha disegnato su carta. Ha aspettato che gli portino il succo, ha aspettato la pietanza, il pranzo. Tre anni e mi sentivo come in occasione del secondo appuntamento coi due di miei uomini. Ora potevamo andare a fare shopping, non dovevamo correre, non devo neanche tenerlo per mano, posso solo dire: "Daniel torna." Lui mi ascolta. Torna quando lo chiami, e aspetta. Un’altra cosa, mi passa il prodotto per la scansione e io lo rimetto in borsa o viceversa.
Quando qualcosa è troppo caldo soffia, mi chiede da bere, mi porta un bicchiere e dice "acqua".
Ama ancora la velocità, i treni, mostra interesse per ragni, ma non c’è più Thomas e io so che voi sapetei che cosa significa quando si ha solo Thomas per tutto il tempo, un cappello con Thomas, treno, lenzuola, asciugamani. E ora niente più Thomas. Potete mettere tutto in una scatola e portarlo in soffitta, perché non lo cerca più.
Quando sono entrata nella stanza e ho visto i suoi pantaloni, camicia e calzini sul letto, pronti da indossare, non potevo credere a quello che vedo. Allora ho detto: "Daniel proviamo, ce la fai, ed in qualche modo è riuscito. Ce l’ha fatta a vestirsi da solo. Per me è stato uno shock, ho chiamato subito mio marito e gli ho detto: ". Non crederai a quello che è successo"
Dal trattamento con cellule staminali sono passati nove mesi. E' sorprendente come e’ cambiata la nostra vita. Madre e padre sono più calmi. Perché? Perché ora il nostro figlio è felice.